All’inizio del ‘900 ne erano rimasti una trentina. Ora sui monti d’Abruzzo ne circolano più di duemila. Il camoscio appenninico ce l’ha fatta: era sull’orlo dell’estinzione, a causa della sua delicatezza genetica e della pressione antropica, adesso si può incontrare mentre pascola in altura. Ma il merito di questo “miracolo”, che potrà comportare anche un indotto positivo per il turismo, va alle aree protette che hanno sostenuto il progetto europeo di conservazione “Life + Coornata”. Sono il Parco nazionale della Majella insieme a quelli d’Abruzzo Lazio e Molise, dei Monti Sibillini, del Gran Sasso e Monti della Laga, del Sirente Velino. Il candidato, insomma, è lui. Il voto però va a quanti hanno creduto in un’impresa assai difficile che ha portato, proprio quest’anno, a mettere in sicurezza questa specie endemica.
Parchi del camoscio d’Abruzzo
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